Apprendere la brevità

 


     Notturno è una discreta palestra, il Ferretti di ÓRA. Difendi, conserva, prega mi aveva illuso dalla quarta di copertina*. Non parlo di paragoni tra autori, sarebbe stupido come quando piccino tentai di infilare nel medesimo tema Verne e Eschilo. Parlo di palestre dei silenzi. Tagli netti. Il respiro custodito in petto estirpando certi fronzoli. Devo allenarmi. Negli anni la mia prosa si è ingigantita, lo noto anche nei miei articoli scientifici. Soggetto ad un martellamento nei primi anni di Università: il Professore, a ragione, mi rinfacciava l'eccessiva sinteticità. Ho iniziato a prendere troppo gusto alla parola, a giocarmela tra le labbra, a farmela risuonare sui denti. Il risultato è talvolta un diluvio che fatico ad arginare. Ho bisogno di palestre del silenzio.


*libro apprezzabilissimo come la sua persona, ma la quarta di copertina mi aveva suggerito un gusto per la brevità che, nelle pagine, poi non si ritrova. Si badi bene, non dico che lui manchi il colpo, sono io che avevo immaginato uno stile differente nel libro.

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