Noi tagliatori di teste in attesa di ricevere ordinazioni
Ce lo chiede l'Europa, l'Europa è pronta ad aiutarvi, le condizioni saranno leggere, firmate sotto e non badate a questo paragrafo scritto a carattere 2. Firma e Margherita sarà tua. Sono giorni e giorni di grida e proposte, strida e litigi fittizi, mentre la popolazione segregata in casa perde più tempo a spiare il vicino che a chiedersi che ne sarà di noi. Come siamo finiti in tutto questo? Non lo so, ma certo è caduto al momento giusto per dare una ulteriore sterzata al grido di Europa Mondiale. Una strizzata alle parti molli delle Costituzioni (anche le più "belle del mondo", così dicono).
I tagliatori di teste dell'Ecuador non ebbero mai tanta necessità di
tagliare teste fino a quando europei e americani iniziarono ad
interessarsi commercialmente ai feticci: le tsantas, le teste
rimpicciolite. Oggetti in cambio di teste e soprattutto armi in cambio
di teste. Stessa cosa per i cacciatori di teste Maori. Di fatto la
caccia indiscriminata e totale alle teste del nemico (o di chi capitava a
tiro) è una conseguenza commerciale: più teste = più armi, più armi = più
teste. Noi ci siamo ridotti allo stesso modo, delegando produzioni
ovunque tranne che in Italia, insistendo (male) con il settore turistico
che al primo disastro va a gambe per aria, ora attendiamo che l'Europa o
la Cina o gli Stati Uniti stabiliscano il numero di teste che vorranno
per darci una mancia, per rifornirci di qualsiasi cosa (con il contagocce) in attesa di dover restituire il prestito allo strozzino. Mi chiedo in quale Museo verranno esposti gli
italiani....
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